martedì 16 novembre 2010

Considerazioni libere (178): a proposito delle primarie milanesi...

Leggo delle sciocchezze incredibili sull'esito delle primarie del centrosinistra a Milano e non riesco proprio a stare zitto.
Ai vari dirigenti del Pd che si stracciano le vesti perché sono convinti che Pisapia non riuscirà mai a vincere contro la Moratti, vorrei ricordare quello che è successo negli anni passati. Alle ultime amministrative, quelle del 2006, il centrosinistra scelse, attraverso primarie fortemente "pilotate" da Ds e Margherita, come proprio candidato Bruno Ferrante; persona degnissima, classico esempio di civil servànt, già prefetto della città lombarda, Ferrante doveva rappresentare quel candidato capace di attrarre i voti moderati e di centro, senza i quali pare sia impossibile vincere le elezioni a Milano. La Moratti - la storia è nota - vinse al primo turno con il 52%; Ferrante non è rimasto neppure un anno in Consiglio comunale, perché è stato nominato dal Governo Prodi Alto commissario contro la corruzione, incarico che ha lasciato dopo sei mesi per andare a fare il presidente di alcune imprese legate al gruppo Impregilo. Facciamo un passo indietro. Nel 1997 il centrosinistra decise di sostenere l'imprenditore Aldo Fumagalli contro il candidato berlusconiano Gabriele Albertini, una sfida tutta interna a uomini di Confindustria; Albertini vinse e Fumagalli tornò alle sue attività imprenditoriali. Nel 2001 il centrosinistra cambiò strategia e candidò Sandro Antoniazzi, sindacalista cattolico, dirigente della Cisl, un uomo di centro capace di parlare all'area moderata; Albertini rivinse al primo turno e Antoniazzi naturalmente si occupò d'altro.
In sostanza gli elettori di sinistra di Milano non solo continuano a essere governati da amministratori del centrodestra, ma da almeno 13 anni non possono neppure perdere con un proprio candidato. Alle primarie di quest'anno gli ormai sparuti e dispersi militanti della sinistra milanese si sono trovati un candidato come Giuliano Pisapia, milanese, avvocato progressista - parte civile nel processo Sme, difensore di Ovidio Bompressi nel processo Calabresi, parte civile nel processo contro Previti e Squillante, difensore della famiglia di Carlo Giuliani - un uomo certamente di sinistra. Pisapia ha condotto una bella campagna per le primarie, parlando dei problemi della città, delle tante povertà che ci sono a Milano. Certo è stato importante il sostegno che ha ricevuto da Vendola, ma da solo non sarebbe stato sufficiente a farlo vincere. Pisapia ha vinto perché rappresenta un'anima della sinistra milanese e italiana.
Ci sono dirigenti del Pd che capiscono cosa è avvenuto - come i vari Fioroni e Follini - e che pure, immediatamente dopo il voto, hanno dichiarato che Pisapia non va bene, perché appunto lontano dall'idea che loro hanno del partito, moderato, cattolico, centrista, poi ci sono dirigenti - e questa mi pare la cosa più preoccupante - che non hanno capito perché Pisapia abbia vinto, perché non capiscono proprio nulla, non hanno memoria, sembrano marziani sbarcati all'improvviso da un'astronave e messi lì a guidare il partito.
Leggo che ora anche a Bologna si teme l'effetto Pisapia; francamente non lo so, perché la possibile "pisapia" bolognese, Amelia Frascaroli, è una persona con caratteristiche molto diverse dall'avvocato milanese, soprattutto perché non c'entra nulla con la storia della sinistra socialista e laica bolognese, ma certamente in comune con Milano - e con Roma - c'è un gruppo dirigente che ha rinunciato alle proprie radici e ora non capisce più da che parte stare.
C'è bisogno di sinistra, forse Pisapia perderà, ma almeno i suoi elettori sanno che lui rimarrà in Consiglio comunale a fare opposizione e sperano che attorno a lui si possa ricostruire qualcosa di quella gloriosa tradizione della sinistra milanese e lombarda che ha dato tanto alla storia italiana.

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