sabato 7 gennaio 2012

"Sempre" di Mark Strand


Sempre così avanti nel giorno
con gli abiti sgualciti, seduti
a un tavolo illuminato da una lampadina,
i maestri dell’oblio lavoravano sodo.
Inclinarono il capo da un lato, chiudendo gli occhi.
Allora una casa scomparve, e un uomo in giardino
con tutta una fila di fiori.
I maestri dell’oblio aggrottarono la fronte.
Quindi la Florida svanì e San Francisco
dove rimorchiatori e chiatte lasciano
piccole cicatrici lucenti sulla baia.
Uno dei maestri dell’oblio accese un fiammifero.
Sparirono allora le cetre imperlate di luci
inarcate sopra i fiumi di New York.
Un altro si riempì il bicchiere
e fu la fine per le folle di sera
sotto l’accendersi di lampioni giallo zolfo.
E poi svanì la Bulgaria, e poi il Giappone.
“Avrà mai fine?” chiese uno di loro.
“Opera estremamente ardua, perseguire il fato
dell’universo scibile” affermò un altro.
“Fino all’ultima pietra”, disse un terzo
“e solo il gelido zero della perfezione
lasciato all’immaginazione”. E sparirono
allora il Nord e il Sud America,
e altrettanto sparì la luna.
Uno dei maestri dell’oblio tossì,
un altro sbadigliò, un altro guardò fuori dalla finestra:
niente erba, niente alberi…
La vampa della promessa ovunque.

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