mercoledì 27 agosto 2014

Verba volant (114): ghiaccio...

Ghiaccio, sost. m.

Mi sono imbattuto in rete nel video del signor Ernesto del quarto piano che, nel bel mezzo del cortile davanti ai garage, si getta addosso una catinella di acqua ghiacciata. Compiuta l’impresa, il signor Ernesto guarda soddisfatto in camera ed esclama, con tono enfatico:
spero che il mio gesto serva alla ricerca contro questa brutta malattia.
No, signor Ernesto, il suo gesto non servirà affatto alla ricerca contro la Sla - ammesso che lei sappia davvero di cosa si tratta - al massimo rafforzerà la pessima opinione che gli altri condomini hanno di lei. Sarebbe stata molto più utile una donazione di 5 euro, ma dubito che il signor Ernesto l’abbia fatta, vista la sua scarsa propensione a mettere mano al portafoglio, come possono testimoniare, anche in questo caso, tutti gli altri condomini. Devo dire che il caso del signor Ernesto non è isolato, perché noi italiani, evidentemente poco avvezzi all’uso della lingua inglese, non abbiamo capito molto bene come funziona la ice bucket challenge. Scopo dell’iniziativa è quello di raccogliere fondi, cosa che negli Stati Uniti sta riuscendo abbastanza bene. Chi ha ideato il gioco sostanzialmente sfida ciascuno di noi, facendoci questa domanda:
preferisci fare una donazione o gettarti addosso un secchio di acqua ghiacciata?
Dal momento che gettarsi addosso l’acqua ghiacciata non è piacevole, nemmeno in estate, si suppone che, per evitare questo sacrificio, uno faccia più volentieri una donazione. In Italia no, tutti hanno deciso che basta gettarsi addosso l’acqua ghiacciata e, in questo modo, senza pagar dazio, abbiamo dato il nostro contributo alla causa.
La stragrande maggioranza di noi ha questa unica possibilità per aiutare la ricerca: mettere fuori un po’ di soldi, rinunciando magari a qualcosa di superfluo. Ovviamente ci sono persone - e tra queste non c’è sicuramente il mio condomino - che fanno notizia se si gettano addosso il secchio di acqua ghiacciata e quindi contribuiscono anche in questo modo a sostenere la ricerca contro la Sla. Io ad esempio sono stato molto colpito dal fatto che abbia aderito il mio idolo di sempre: Kermit. So bene che è quasi impossibile capire dove comincia laspontanea voglia di sostenere una causa a cui si crede e la ricerca esasperata - e paracula - di pubblicità, ma chiudiamo un occhio e facciamo finta che tutte le persone che in questi giorni si sono sottoposte a questa pratica poco igienica per la loro salute lo abbiano fatto animate dalle migliori intenzioni. Ringraziamoli quindi.
Tra i personaggi noti ci sono molti sportivi e questo è un bene, perché per i ragazzi i campioni dello sport sono le persone da imitare, nel bene come nel male. In questo caso particolare c’è però da fare una riflessione in più. Sono molti gli sportivi colpiti da Sla, in Italia in particolare diversi calciatori, tanto da far nascere il sospetto che ci possa essere una qualche relazione tra questa malattia e il doping. Io ovviamente non so se questo sia vero, ma credo che gli sportivi e chi dirige il mondo dello sport non dovrebbe limitarsi alla secchiata d’acqua ghiacciata, ma dovrebbe anche un po’ chiarirsi le idee. Forse queste docce gelate dovrebbero servire ai dirigenti sportivi per capire che sarebbe ora di darci un taglio con l’esasperazione della vittoria e della prestazione. Ma temo non sia così, visto ad esempio che la nostra Federcalcio ha appena assunto un nuovo commissario tecnico che ha detto che l’importante è solo vincere, con buona pace dello spirito olimpico.
Ci sono poi pochissime persone che possono contribuire anche in un altro modo alla ricerca. E si tratta di chi ha responsabilità di governo. Negli Stati Uniti tra chi ha deciso di accettare la sfida della secchiata c’è stato anche Bush, il secondo, quello un po’ meno intelligente della famiglia. Encomiabile la decisione dell’ex-presidente che ha deciso di metterci la faccia; peraltro è stata la prima volta che ho visto un lampo di soddisfazione sincera negli occhi di Laura quando getta con forza l’acqua contro il marito. Bisogna anche ricordare però che negli otto lunghissimi anni della sua presidenza, Bush ha impedito qualsiasi ricerca sulle cellule staminali, per non scontentare i fondamentalisti cristiani che erano parte essenziale del suo elettorato. Non è stata la cosa peggiore fatta da quel pessimo presidente, ma certo la sua azione concreta non ha aiutato la ricerca scientifica, indipendentemente da quanta acqua si possa gettare ora addosso.
Ovviamente anche il nostro Renzie si è gettato addosso la sua secchiata d’acqua ghiacciata, accettando la sfida di Fiorello, che era stato sfidato dalla Pausini, che era stata sfidata da Jovanotti, che era stato sfidato dal topo che al mercato mia padre mio comprò. Al di là del folklore con cui il nostro purtroppo presidente del consiglio fa ogni cosa, la sua azione di governo favorisce la ricerca scientifica? Non mi pare. La sua ministra è adeguata al compito? Non mi pare, e non mi riferisco ovviamente alle sue “misure”, di cui pure ci siamo occupati in questa anomala estate. Impegnamo in questo settore cifre ridicolmente basse e i nostri contributi privati - quando li diamo - non possono ovviamente supplire carenze storiche, per cui l’Italia è, da sempre, agli ultimi posti nelle classifiche sugli investimenti in ricerca.
Quindi, proviamo a fare qualcosa di utile, meno ghiaccio e più soldi - e meno Renzi, se possibile - come ci suggerisce di fare Patrick Stewart, in questo video che ho “rubato” all’amica Gea.

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