mercoledì 17 febbraio 2016

Verba volant (248): complotto...

Complotto, sost. m.

Secondo Paola Taverna c'è un complotto per far vincere il Movimento Cinque stelle alle prossime amministrative di Roma. Tesi a suo modo suggestiva, ma a cui credo poco. Invece sto cominciando a credere che esista un complotto per far perdere ai grillini le politiche, un complotto tutto interno a quel partito.
Probabilmente è un limite legato alla mia età, alla mia formazione politica, alla mia ostinazione a leggere il mondo attraverso alcune categorie - la dicotomia tra destra e sinistra, il conflitto tra le classi sociali, e tutto quello che sapete - ma io davvero non capisco il Movimento Cinque stelle; non ce la faccio.
In Italia c'è un elettorato - credo ampio e potenzialmente in crescita - di sinistra, sostanzialmente orfano, che non sa per chi votare. Non vorrebbe votare pd perché c'è renzi, perché si è trasformato nel partito della nazione, per il jobs act e per tutte le cose che sapete. Ovviamente non voterà a destra. E francamente sembra lontana la prospettiva della creazione di un soggetto politico autonomo e forte a sinistra, come è avvenuto in Grecia e in Spagna. E quindi non sappiamo cosa fare, ci arrabbiamo, firmiamo appelli - qualcuno tiene addirittura un blog - e speriamo che qualcosa accada, ma sostanzialmente rimaniamo inermi. Verso questo elettorato, verso quelli come me, il M5s alza un muro, che ogni giorno sembra sempre più alto; ci vuole allontanare e questo sinceramente non lo capisco. Vi fanno così schifo i nostri voti? Pensate siano così pochi? Che siano così inutili?
Guardiamo quello che è successo in questi giorni. Il pd ha presentato un disegno di legge per garantire qualche diritto alle coppie formate da persone dello stesso sesso: è una legge importante, non di sinistra in senso stretto - in altri paesi provvedimenti del genere, anche più radicali, sono stati sostenuti da partiti di destra - ma comunque sentita come una necessità dalla parte più progressista di questo paese. E' una legge osteggiata da un fronte conservatore molto ampio, tra cui alcune forze, come le gerarchie cattoliche, strettamente legate al pd. Personalmente credo che al capo di quel partito non freghi nulla dei diritti degli omosessuali, però ha capito - o gli hanno fatto capire - che si tratta di una legge che assicura a quel partito la simpatia e l'adesione di molte persone di sinistra. Quando si presenteranno al voto, quelli del pd potranno dire ai loro potenziali elettori di sinistra: vedete, grazie a noi adesso ci sono le unioni civili. E molti elettori di sinistra cadranno nella trappola, dimenticando che questo è il governo che vuole stravolgere in senso autoritario la Costituzione, che ha cancellato molti diritti dei lavoratori, che ha fatto una politica sociale sostanzialmente di destra. Ovviamente il gioco funziona perché una parte di quel partito continua a votare contro questa legge sui diritti, e così il pd potrà da un lato presentarsi come il partito che ha voluto le unioni civili - ma non le adozioni - e dall'altro continuare a fare affari con la destra peggiore, e quindi a strizzare l'occhio sia ai movimenti degli omosessuali che alla Cei.
Stante così le cose, cosa poteva fare il M5s? Poteva rifiutare ogni dialogo con il pd, poteva dire da subito che non avrebbe mai votato una legge proposta da quel partito, poteva mettere renzi con le spalle al muro, dal momento che si sapeva che non avrebbe avuto i numeri per votare da solo quella legge in parlamento. Oppure - e sarebbe stata la soluzione migliore, secondo me - poteva "intestarsi" quella legge, farla diventare propria, dal momento che i voti dei parlamentari Cinque stelle sono indispensabili per approvarla. Insomma avrebbe potuto indebolire il pd, che per me è la cosa più importante, anche più delle legge sulle unioni civili. Invece cosa è successo. I leader del M5s hanno fatto un passo avanti, ne hanno fatto un mezzo indietro, hanno fatto un salto, hanno fatto una giravolta, l'hanno fatta un'altra volta, e così ci ritroviamo che renzi può dire che il pd avrebbe voluto una fare una legge migliore sulle unioni civili, ma che i grillini glielo hanno impedito, e potrà approvare una leggina che non scontenta troppo i suoi padrini di Oltretevere. E molti elettori di sinistra, alla prova del voto, preferiranno ancora il pd, che si finge di sinistra, rispetto al M5s. Io sono un estremista e la cosa che mi importa di più è la caduta di questo governo, ma vedo che per molti non è la stessa cosa. La decisione di oggi sul Ddl Cirinnà - così come è avvenuto nei mesi scorsi su altri provvedimenti - sembra fatta apposta per creare una frattura tra il M5s e una parte di potenziale elettorato di sinistra.
Se si arriverà al ballottaggio tra il pd e il M5s io non voterò per renzi, ma so che molti di più non voteranno per il M5s. Non so se non lo capiscono, non lo vogliono capire. O se c'è il complotto.

1 commento:

  1. La questione di M5S, del suo ruolo e delle sue scelte strategiche, mi interessano ed appassionano, dunque il mio commento sarà prolisso, nonostante i miei sforzi per evitarlo, perché è nella mia natura esserlo.
    Sono profondamente diffidente nei confronti del Movimento, dei suoi due padri/padroni Grillo/Casaleggio e dei suoi talebani in SPE, come la Taverna e Di Battista, tra gli altri, ma non del popolo grilliano, non tutto perlomeno, e qui sta il nocciolo del problema.
    Giustamente ti interroghi sulle ragioni che hanno informato il comportamento di M5s quando annoti che ".....poteva "intestarsi" quella legge, farla diventare propria, dal momento che i voti dei parlamentari Cinque stelle sono indispensabili per approvarla. Insomma avrebbe potuto indebolire il PD, che per me è la cosa più importante, anche più delle legge sulle unioni civili".
    Il fatto è che, a mio parere, vi sono elementi di fondo che informano le azioni del Movimento. Prima di tutto c'è la dimensione fondamentalmente coercitiva e autoritaria di un modo di pensare che sul dissenso ci campa, ma che non sa gestirlo, e neanche accettarlo, sapendo unicamente manovrarlo a scopi interdittivi e rimanendo assai carente sul versante propositivo.
    Senza cattivi e guasti da riparare, senza il dissenso che da questi viene alimentato, quella struttura politica e quel consenso perdono di coerenza e divengono vuoti e vani.
    Alla denuncia, inoltre, non segue mai un rimedio poiché, data l'eccezionale trasversalità del consenso riscosso, non risulta possibile né conveniente far precipitare l'analisi del guasto in un provvedimento che, fatalmente, scontenterebbe metà della base elettorale, da cui la molto opportuna narrazione del superamento della dicotomia destra/sinistra.
    Ecco dunque che, condannato a necessitare di un nemico e impossibilitato a costruire un'alternativa, il movimento si muove inquieto tra scivoloni mediatici, più o meno incidentali, marketing politico spregiudicato e non troppo sottile favoreggiamento dell'altrui malcostume politico, profondamente funzionale alla propria propaganda.
    Io il Movimento lo capisco, o perlomeno ho questa presunzione, e non mi interessa se la sua presenza è utile o meno a contrastare il PD, perché io credo che questo sia un interrogativo privo di consistenza. Al Movimento, per le ragioni che ho sopra citato, “serve” un PD in grado di calamitare il risentimento, dunque serve che i DEM continuino a vivere grufolando nel proprio fango “controrivoluzionario”.
    Ma se anche avessero interesse a inchiodare Renzi e le sue malefatte, siamo così sicuri di volere consegnare il potere ad un organismo così internamente a-democratico? Siamo proprio certi che la loro pretesa, ed ora quietamente abbandonata, di presunta rappresentanza digitale sia la risposta? Io non so, ma spesso, come si dice, la “toppa è peggio del buco”.

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