domenica 25 dicembre 2016

Verba volant (333): dio...

Dio, sost. m.

Per un greco antico, per uno che era cresciuto ascoltando le storie di quegli dei, era assolutamente naturale che un dio o una dea prendesse forma mortale. Per quella cultura era normale che un dio si facesse uomo, per aiutare o per punire un mortale, per giacere, anche con la violenza, con una mortale. Però si trattava di qualcosa che durava un tempo definito: svolta la sua missione, ottenuto il suo piacere, quel dio smetteva di essere uomo - o animale - e tornava tra gli Olimpii. Ed era anche possibile, seppure molto più raro, che un mortale, al termine della sua vita su questa terra, diventasse un dio.
Lo scandalo della nuova religione che nacque mentre il potere di Roma si affermava sul mondo orientale è che in quella mitologia, per la prima volta, un dio si faceva uomo, in maniera definitiva. E quel dio, che evidentemente poteva scegliere ogni vita, decise di nascere molto lontano dal centro dell'impero, in una famiglia poverissima, decise di nascere non nella casa del falegname di Nazareth che aveva scelto come padre, ma in un'altra città, in condizioni precarie, come uno sfollato. E decise di nascere in una famiglia presto costretta alla fuga, in un famiglia di profughi, e soprattutto decise di morire giovane, come un bandito, dopo un supplizio atroce, con la pena più vergognosa che si usava in quel tempo. Quel dio non avrebbe potuto scegliere una condizione più abietta per diventare uomo. La novità, e appunto lo scandalo, della religione dei cristiani, sta in questa incredibile e inaudita decisione del loro dio, che scelse di essere uomo. Ho l'impressione che la portata rivoluzionaria di questa decisione sia stata in qualche modo nascosta nelle teologie, sempre più complicate, di chi voleva provare a spiegare l'inspiegabile. E in una costruzione dogmatica sempre più complessa, diventata a sua volta incomprensibile, e in una chiesa ormai ridotta a fornire prescrizioni e divieti sulla vita sessuale dei suoi adepti.
Credo che, guardando un presepio o una croce, quelli che credono farebbero bene a riflettere su questo scandalo. E dovremmo farlo anche noi che non crediamo.

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