Perdonatemi: questa definizione è un trucco.
So bene che non avete bisogno di Verba volant per sapere cosa sia e come funzioni questo organo che il Pianigiani, richiamandone l'etimologia dal sostantivo vas, vaso, o dall'aggettivo vacuus, vuoto, definisce il "canale che conduce nella matrice".
Ma ormai siete qui e spero abbiate qualche minuto per continuare la lettura.
Credo che conosciate Internazionale, il settimanale d'informazione - ispirato dall'equivalente francese Courrier International - che pubblica articoli della stampa straniera tradotti in italiano. Ovviamente ha anche un sito, davvero ben fatto, in cui ospita articoli e commenti. Sabato 16 dicembre, dando una veloce occhiata al sito, ho visto l'elenco dei sei articoli più letti. Li riporto nello stesso ordine:
Rinunciando ai toast all’avocado potremo comprare casa?
I sogni senza limiti di Alexander Langer
Si può rimanere amici degli ex?
I nodi della Brexit vengono al pettine
Come sedurre qualcuno al primo appuntamento
Il secondo titolo apre un articolo di sociologia: una cosa seria nonostante il titolo curioso. Il quarto e il sesto titolo richiamano gli articoli di uno stesso autore, Alain de Botton, uno scrittore svizzero che cerca di applicare i concetti della filosofia alla vita di tutti i giorni: nulla di eccezionale, i suoi articoli sono piccoli concentrati di consigli di buon senso, non rendono migliore la vita, ma neppure peggiore.
Perché i lettori di Internazionale, nella scelta piuttosto vasta di articoli che avevano a disposizione, hanno scelto in maggioranza proprio questi sei? Immagino non siano maniaci sessuali, né fanatici dei toast all'avocado. Probabilmente per la stessa ragione per cui qualcuno di voi - qualcuno più del solito immagino - cliccherà sulla parola vagina guardando il mio blog. Ed è la stessa ragione per cui io l'ho messa, perché se avessi scelto un altro titolo - magari più attinente alla cosa di cui effettivamente ho scritto - non lo avreste cliccato. Io, come sapete, non vivo di quello che scrivo: il numero di voi lettori al massimo solletica la mia vanità, ma per chi ci vive evidentemente questo è un tema dirimente, perché quei clic in più fanno la differenza.
Ho già scritto che mi appassiona poco il tema delle fake news, mi sembra un modo per distrarci da questioni più serie. Ad esempio mi sembra più interessante capire quali sono i criteri secondo cui le notizie, quelle vere e anche quelle false, ci vengono presentate, specialmente nell'informazione sulla rete. Chi decide se un titolo va in alto o in basso? Chi decide se in quel titolo c'è una parola - come vagina - che attirerà la nostra attenzione? Chi decide che per accompagnare quella notizia ci sarà una foto? E che foto? Perché ovviamente la notizia con la foto di una bella donna avrà più possibilità di essere cliccata. Quali sono i criteri attraverso cui chi può ci guida attraverso le notizie?
Apparentemente abbiamo davanti una quantità sterminata di informazioni e apparentemente abbiamo la libertà di sapere tutto. Ma alla fine sappiamo davvero tanto di più di quello che sapeva la generazione che non si informava con la rete? Davvero siamo così liberi di scovare tutte le notizie che vogliamo? O finiamo per cliccare sempre sulle stesse? Ad esempio, una notizia che appare in cima alla lista delle "più lette" la leggiamo perché ci interessa davvero o perché è in quella lista? E cliccando alimentiamo la curiosità di quello che verrà dopo di noi.
Quanto siamo effettivamente liberi e quanto le nostre scelte sono condizionate? Credo dovremmo cominciare a farci qualche domanda, se non vogliamo essere un vaso vuoto, che qualcuno si prenderà il compito di riempire.
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