sabato 9 giugno 2018

Verba volant (531): delatore...

Delatore, sost. m.

Nell'antica Grecia la giustizia fu sempre una questione che atteneva alla dimensione privata dei cittadini: esistevano naturalmente i tribunali, c'erano i giudici pagati dallo stato, ma non c'era la pubblica accusa. Nei tribunali si scontravano due cittadini, portatori dei loro interessi individuali. Peraltro non c'erano neppure avvocati, un cittadino doveva sempre rappresentarsi da solo; c'erano i logografi, ossia quelli che - naturalmente dietro compenso - scrivevano i discorsi che l'accusatore e l'imputato avrebbero poi dovuto pronunciare davanti ai giudici. Fu privato anche il più celebre processo politico di Atene, quello che nel 399 a.C. portò alla condanna a morte di Socrate. Anche se fu chiaramente originato dalla volontà del ricostruito regime democratico di sbarazzarsi una volta per tutte di quello che consideravano - peraltro non a torto - un loro nemico e un sostenitore - e invece questo non era vero - dei Trenta, fu necessario trovare alcuni "bravi" cittadini che denunciassero il filosofo e che sostenessero la causa contro di lui. E non è un caso che la parola sicofante, che al principio indicava soltanto la persona che di propria iniziativa denunciava le violazioni della legge da parte degli altri cittadini, cominciò a diventare sinonimo di delatore, di spia, perché ad Atene, come nelle altre città greche, c'erano persone che vivevano in questo modo, denunciando gli altri.
Leggendo con un po' di calma il discorso che il nuovo presidente del consiglio ha pronunciato in parlamento, ottenendo la fiducia, e ascoltando le dichiarazioni dei suoi garruli vice, ho pensato che a loro questo sistema piacerebbe parecchio, anzi che sia il sistema verso cui vorrebbero portarci. C'è in quel discorso molta enfasi sul tema della giustizia, anche perché certamente fare riforme in questo settore è meno costoso di quanto sia introdurre il reddito di cittadinanza o abolire la legge Fornero sulle pensioni. Visto che il governo non riuscirà in breve tempo a mantenere queste promesse, si cerca di costruire un sistema in cui i "cattivi" vengano puniti, partendo però dall'assunto che i "cattivi" sono sempre gli altri.
E infatti Conte ha detto che il loro obiettivo sarà "una giustizia rapida ed efficiente e dalla parte dei cittadini, con nuovi strumenti come la class action, l'equo indennizzo per le vittime di reati violenti, il potenziamento della legittima difesa.", una giustizia in cui l'enfasi è tutta rivolta al cittadino che subisce un torto e che può anche farsi giustizia da solo. E poi si parla di costruire nuove prigioni, di rendere più dure le pene, di rendere in sostanza lo stato meno amico.
E in un altro passaggio si dice che "saranno maggiormente tutelati coloro che dal proprio luogo di lavoro, sia esso pubblico o privato, denunceranno comportamenti criminosi compiuti all'interno dei propri uffici". Una legge in tal senso esiste già, è quella che tutela il whistleblower, come si chiama adesso, con il solito termine inglese, il sicofante. Visto che lo stato non può trovare chi commette reati - ci dice il governo - aiutateci voi.
Sappiamo bene però che la delazione, quando diventa sistema, è un potente strumento che sostiene i regimi totalitari; è stato così nei regimi fascisti - quanti "bravi" cittadini hanno denunciato, anche per proprio tornaconto, i loro vicini ebrei o gli oppositori - è stato così nei regimi dell'Europa dell'est: nella Repubblica popolare tedesca, la Stasi poteva contare su una "spia" ogni sessanta cittadini, alimentando un sistema che, attraverso questo clima di sospetto, faceva crescere la paura e quindi rafforzava il regime.
Quando il governo smantellerà i controlli sui commercianti, perché - come dice Di Maio - sono tutti onesti, chi si incaricherà di denunciare quelli che continueranno a evadere il fisco? Naturalmente i "bravi" cittadini. Ma chi ci assicura che un commerciante "onesto" non denunci un proprio concorrente, che, grazie alla qualità del suo lavoro, gli sta togliendo clienti?
Conte descrive un paese in cui pochi, forti dei loro privilegi, tengono sotto scacco una maggioranza di persone a cui sono negati i diritti più elementari. Lui - che non a caso si è definito "l'avvocato degli italiani" - e la sua maggioranza si presentano come i liberatori di questi molti, promettendo pene severe contro i pochi privilegiati. Le ingiustizie naturalmente ci sono in questo paese e anzi sono cresciute negli ultimi anni, anche per colpa di un partito come il pd che ha sistematicamente favorito le forze peggiori della società. Ma c'è anche un clima di odio, in cui il debole, non appena ha un po' di potere, si sfoga contro quello che è ancora più debole, il povero, quando ha un po' di soldi, si sfoga contro chi ha ancora meno di lui. E su questo clima di odio tra gli ultimi, sappiamo che cresce la Lega che individua il nemico non più in Roma ladrona - anche perché ormai Roma sono loro - ma contro gli immigrati, gli stranieri, gli altri. In un paese in cui stanno facendo crescere e diffondere l'odio, costruire una giustizia oppressiva e tutta incentrata sul privato dei cittadini è una miscela pericolosissima. Qualcuno sta consapevolmente giocando con il fuoco e con le tensioni più cupe della società. 

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