mercoledì 4 dicembre 2019

Verba volant (733): sfera...

Sfera, sost. f.

Prometeo sta facendo di tutto per convincere il fratello.
Fai come me. Aspetta qualche tempo e dopo le prime battaglie puoi fare una bella dichiarazione a favore di Zeus. Tanto vinceranno loro. Si sono già spartiti gli incarichi per gestire il dopoguerra. Oppure rimani neutrale. Ormai sono anni che vivi quaggiù, non si ricordano neppure di te, e poi nessuno sa di preciso dove sia la Mauritania. Se non dici niente, nessuno verrà qui a disturbarti. Al massimo puoi fare un comunicato a favore della pace e della riconciliazione: quello va sempre bene. E poi ci sono io, entrerò sicuramente nel nuovo gabinetto: sarò il prossimo ministro per i rapporti con i mortali. A quelli là sembra che non interessi: non capiscono che quello è il vero potere. Se controlli i mortali e il modo in cui ci adoreranno, controlli l'Olimpo. L'importante è che non rimani fedele a Crono.
Atlante sa che Prometeo si sta preoccupando soprattutto per la propria carriera: avere un fratello tra i nemici non è un bel biglietto da visita da presentare ai nuovi padroni. Comunque lo ascolta con pazienza: è sempre stato il più capace in queste cose.
A lui la politica non è mai interessata. Su questo Prometeo ha ragione. Ha chiesto di essere il re della Mauritania solo perché da queste catene montuose si vede benissimo il cielo. Per questo ha spostato la capitale in cima a questa montagna e si è fatto costruire qui il suo palazzo, con il grande osservatorio.
Lui è un astronomo, anzi lui ha inventato questa scienza. Prima gli dei e i mortali si limitavano a guardare il cielo stupiti, al massimo cantavano quei loro versi melensi rivolti alla luna. Si erano inventati tutte quelle storie sugli animali che si vedono in cielo: sciocchezze. Molti credono ancora che la terra sia piatta e che quelle luci là in cielo siano ferme e tutte alla stessa distanza. Lui invece le ha osservate e adesso sa come si muovono. E come si muoveranno. Non è che la cosa interessi molto ai mortali. Figurarsi agli dei, né ai vecchi né ai nuovi. Ma prima o poi dovranno imparare cosa succede sopra le loro teste.
Atlante pensa che se è come dice Prometeo - e suo fratello su queste cose ha sempre ragione - a lui converrebbe davvero far finta di niente, per continuare a studiare le stelle. Loro fratello Menezio invece è andato laggiù due giorni fa per convincerlo a schierarsi con Crono. Sta già raccogliendo fondi e truppe per finanziare la guerra: Crono gli ha promesso che lo farà re di Sicilia.
Guarda che Crono ha fatto la stessa promessa ad almeno altri due titani. Sa anche lui che sarà sconfitto: è disperato.
Questa riflessione di Prometeo non scuote troppo Atlante: anche lui sa che il vecchio Crono è un bastardo; però è il nostro bastardo. 
E tu Epimeteo che dici?
Atlante fa questa domanda al quarto fratello più che altro per educazione. Epimeteo non è il più intelligente della famiglia.

Prima di farlo entrare nella grande sala delle udienze, Ermes spiega ad Atlante le regole del cerimoniale: deve avanzare lentamente e quando è di fronte al trono di Zeus, deve inginocchiarsi. In quanto sconfitto, non può mai alzare lo sguardo e deve sempre rivolgersi a lui usando l'espressione "signore del fulmine". Non può parlare fino a quando Zeus gli darà il permesso.
Caro Atlante. Mi dispiace vederti così. Pensavo saresti rimasto neutrale. L'avrei accettato, dopotutto.
Naturalmente Zeus mente. E Atlante lo sa. L'unico modo per salvarsi sarebbe stato quello di stare dalla sua parte, come hanno fatto Prometeo ed Epimeteo.
Ora sono costretto, a malincuore, a punirti.
Anche su questo Atlante capisce che Zeus sta mentendo: c'è una gioia maligna nella sua voce.
Come sai, Menezio è già stato condotto nelle prigioni del Tartaro. A nulla sono valse le richieste di grazia fatte da tuo fratello.
Atlante non è così sicuro che Prometeo abbia cercato di aiutarli. Lo conosce, ha pensato prima a se stesso, alla sua carriera. E non farà certo qualcosa che possa danneggiarla. Non certo per amore dei suoi fratelli.
Conosco i tuoi studi astronomici, sono molto interessanti.
Adesso Atlante è sicuro che Prometeo l'ha venduto. Impossibile che quella capra di Zeus conosca i suoi studi sui movimenti degli astri e dei pianeti.
Sono interessanti, caro Atlante, ma sono molto pericolosi. Perché i mortali dovrebbero sapere che la terra è tonda, e ruota intorno al sole e tutte quelle cose lì? Come è più facile ricordare la storia di Elios e del suo carro. E le stelle? E' più semplice pensare che siano attaccate a una grande sfera e poi com'è poetico che uno veda un'orsa, una lupa, un ariete. O quel cavolo che ci vuol vedere. Non facciamo pensare troppo gli uomini. Meglio raccontare loro delle favole. Se cominciano a pensare, potrebbero perfino credere che noi non esistiamo. O che non hanno bisogno di noi.
Il titano sconfitto vorrebbe rispondergli, ma capisce che è ancora il momento di tacere.
Il nostro caro Ermes ne ha pensata una molto bella, che ti riguarda. Questa favola racconta che Zeus per punire la tua arrogante ribellione ha deciso di farti portare sulle spalle la volta celeste. Per l'eternità. Stanno già preparando le statue con la tua effige che sorreggi questa enorme sfera. Dovresti esserci grati: il tuo nome sarà ricordato. Ora, sei libero di esprimere il tuo ringraziamento verso di noi. E di tornartene nel tuo palazzo. Da cui non potrai uscire mai più e dove nessuno potrà mai entrare.
Atlante vorrebbe urlare tutta la sua rabbia. Il silenzio è rotto da un colpetto di tosse di Ermes. E così, con un filo di voce, il titano sibila la sua risposta.
Eppure le stelle continueranno a muoversi, anche quando le tue statue saranno solo paccottiglia per turisti.

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