venerdì 18 settembre 2009

Considerazioni libere (2): a proposito di Sanaa (e della sua famiglia)...

Il dramma avvenuto a Kabul ha distolto l'attenzione morbosa dell'informazione televisiva dall'omicidio della giovane Sanaa. Non dobbiamo dimenticare Sanaa, così come abbiamo dimenticato facilmente e in fretta Hina (dimenticare è una prerogativa della nostra società).
Le storie tragiche di Sanaa e di Hina ci pongono di fronte a una grande responsabilità. Loro avevano accettato quell'integrazione di cui tanto spesso noi parliamo, nel bene e nel male, volevano avere quei diritti di donne che sentivano avere le loro coetanee italiane. Questa integrazione non l'avevano accettata le loro famiglie che preferivano vivere secondo modelli culturali e religiosi che noi sentiamo come medievali, anche se non bisogna andare troppo indietro nel tempo per ritrovare anche qui (e non solo nelle regioni del sud) le tracce di una rigida società patriarcale e dei famigerati "delitti d'onore".
I padri di Sanaa e di Hina devono essere condannati, con rigore. Ma a me pare che questo non sia sufficiente. La nostra società ha una responsabilità verso le persone che vengono a vivere qui da altri paesi, con altre culture e altre mentalità. Certo dobbiamo pretendere da loro che seguano le leggi italiane, che accettino i principi costituzionali, e dobbiamo punirli, con severità, quando non rispettano le nostre leggi, proprio per proteggere le persone più deboli, le donne, i bambini. Però, se vogliamo che sia un'adesione vera ai diritti e ai doveri, la stessa adesione che avevano raggiunto le due giovani vittime, dobbiamo anche convincere che il nostro sistema di vita, le nostre regole, la nostra morale comune è migliore della loro. Su questo francamente mi sembra che siamo più in difficoltà.
Io sarò pessimista (e la cosa, come è naturale, tende a crescere con il passare degli anni), ma non mi sembra che il sistema dei valori nel nostro paese sia molto forte. Nei giorni precedenti a cui Hina fu uccisa, scoppiò quello scandalo che i giornali chiamarono "vallettopoli" (favori sessuali in cambio di parti o comparsate televisive); quando Hina disse al padre che le sarebbe piaciuto entrare nel mondo dello spettacolo (desiderio legittimo e abbastanza comune per una giovane curiosa, che poi deciderà di fare tutt'altro, così come molti maschi della mia generazione non hanno poi fatto i cowboy o gli astronauti, nonostante i propositi più volte espressi), cosa avrà capito questo padre di fronte a un mondo che gli sembrava fatto soltanto di puttane?
Che cosa stiamo insegnando alle giovani italiane e a quelle che, pur non essendo nate in Italia, lo vogliono fortemente diventare? E cosa insegnamo ai maschi? Insegnamo che basta andare in televisione per raggiungere la notorietà, anche se non si ha alcun talento (anzi spesso è proprio richiesto di non avere alcun talento); insegnamo che chi ha un potere concede i propri favori in cambio di qualcosa; insegnamo che i diritti e i doveri sono variabili estremamente indipendenti. Insegnamo che chi è più furbo se la cava sempre, tanto ci sarà un condono o un qualche tribunale che gli darà ragione.
Non è una critica solo a questo sistema politico (che pure ha molte responsabilità, anche culturali), ma a una società che esclude, invece di includere.

7 commenti:

  1. Hai toccato un argomento delicato e complesso e questo è evidente. Ma non tutte le ragazza in Italia vogliono fare le vallette, non tutte i ragazzi d'Italia sono drogati o acolizzati. I più grossi spacciatori sono proprio i nord africani, ciò non vuol dire che tutti loro sono spacciatori. Ma lasciamo stare puerili esempi. Ciò che bisogna insegnare in strutture adeguate sono i valori di una vita dignitosa e il libero arbitrio, ciò che bisogna insegnare soprattutto a questa gente è IL LIBERO ARBITRIO. Dopo aver insegnato i valori ai propri figli, l'educazione ed il rispetto, sta al giovane camminare con le proprie gambe, loro non hanno il diritto di ucciderli per costringerli a seguire delle regole che non approvano. Hina poco tempo prima di venire uccisa dal padre era andata dai carabinieri, non è stata aiutata, non è stata ascoltata. QUESTO è GRAVISSIMO DA PARTE DI UN PAESE CHE SI RIEMPIE LA BOCCA CON LA PAROLA LIBERTà!! E per cui ritengo che un giovane, nel suo personale cammino di crescita, ha anche la libertà di sbagliare e capire dove ha sbagliato e perchè.

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  2. So bene che ci sono moltissimi giovani che hanno un sistema di valori sano, per fortuna, tante famiglie che funzionano, tanti insegnanti competenti, eppure c'è una società che non premia tutto questo, così come non aiuta davvero all'integrazione di chi lo vuole veramente.
    Poi c'è uno stato che troppe volte non capisce i bisogni delle persone: sono troppe le donne, italiane e straniere, che vengono picchiate nelle loro famiglie, dai mariti, dai partner, dagli ex, senza che chi ne avrebbe il compito abbia la capacità o gli strumenti per intervenire con efficacia.

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  3. "Il mufti d'Arabia Saudita, Abdelaziz Al-Sheïkh, ha appena lanciato una nuova fatwa (decreto religioso), che autorizza il matrimonio delle bambine di dieci anni (compiuti). Al-Sheïkh non si attiene ad emettere il suo decreto religioso, ma denuncia anche coloro che lottano contro il matrimonio dei minorenni, considerato come un matrimonio forzato. Infatti, dopo l'ulema marocchino Al-Maghraoui che riteneva che alcune giovani donne di nove anni siano migliori a letto che delle donne di venti anni, "l'istituzionalizzazione della pedofilia" tocca ormai l'Arabia Saudita. Il mufti del regno tenta infatti di bloccare i tentativi dei liberali, sostenuti dal re attraverso sua figlia, di regolamentare lo stato civile e proibire i matrimoni dei minorenni.
    Ad una conferenza tenuta lunedì sera all'università islamica dell' imam Mohammed Ben Saoud, Abdelaziz Al-Sheïkh (foto) ha denunciato la campagna condotta contro il matrimonio delle ragazze minori: "Alcuni dicono che non bisogna sposare le ragazze prima di raggiungere 15 anni. Si sbagliano di grosso. Le ragazze possono essere sposate all'età di 10 o 12 anni. Coloro che lo rifiutano mettono in pericolo le ragazze e le opprimono". (Fonte: MediArabe.info, ancora da "Scettico")
    E poi leggete Ragazze afghane rischiano la vita per andare a scuola.
    Il Comitato mette in guardia contro gli effetti nefasti della maternità delle giovani donne, pericolosa per la loro salute… La polemica tra i liberali ed i radicali ha recentemente preso un piega giudiziaria, dopo che un'attivista saudita dei diritti dell'uomo espose denuncia, presso i ministri della sanità e la giustizia, contro il matrimonio delle sue due figlie di 13 e 14 anni, che chiedeva l'annullamento di questi matrimoni voluti dal padre. La giustizia, spesso nelle mani degli islamisti, incoraggia i matrimoni combinati, all'esempio del tribunale di Unayzah (o Onaïza, nel Najd, un collegio dei Wahhabiti) che ha appena respinto una domanda di sospensione di un matrimonio forzato di una ragazzina, promessa da suo padre ad un uomo di cinquant'anni. Il giudice ha deliberato "di decidere quando la ragazza sarà maggiorenne". Questo significa che la ragazzina, costretta a sposarsi, potrà ritrarsi dalle grinfie del marito quando sarà maggiorenne."
    Vuoi altri post? Dimmelo e te ne cerco centinaia ...
    Hai letto "Viso negato" "Vendute" o altri libri del genere?
    Io non credo che sia vallettopoli a condizionare gli atteggiamente di certi uomini perchè nei loro paesi fanno di peggio: parliamo di schiavismo delle donne, di pedofilia (a 10 anni sono bambine), di infibulazione (casalinga per di più), di violenza continua e giornaliera, la donna è considerata uno strumento per soddisfare gli uomini non un essere umano.
    Non riesci a cambiarli perchè si sentono onnipotenti, bisogna combatterli e fermarli.
    E' vero che ci sono donne in italia che vivono situazioni tristi, ma qui abbiamo libertà di parola, istituzioni che possono darci una mano e che vengono pubblicizzate, qui chi governa non fa leggi per schiavizzare le donne.
    Non funziona tutto come dovrebbe? Vero, ma cosa c'è di perfetto al mondo????
    Io apprezzo le buone intenzioni.
    E, per finire con vallettopoli e il resto, le zoccole ci sono da quando è nato il mondo ... evidentemente agli uomini va bene così ...
    Scusa Luca per il tono non proprio cortese, ma hai toccato 3 argomenti che mi stanno molto a cuore e che mi infiammano: la violenza sulle donne, la pedofilia e quei pazzi esaltati che a mio parere non sanno cosa vuol dire amare e rispettare.
    Nadia di facebook.

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  4. Nadia, hai assolutamente ragione e quello che scrivi nel tuo commento dovrebbe essere ricordato ogni giorno. Temo che il desiderio (e la fretta) di scrivere mi abbia impedito di spiegare esattamente quello che volevo dire: non volevo assolutamente dare una giustificazione, ma spiegare il mio disagio per una società, la nostra ovviamente, che mi piace sempre meno e in cui le donne sono sempre meno soggetti attivi di diritti.

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  5. Caro Luca, non ti conosco e non siamo amici, però interagiamo un po' su facebook.
    Secondo me, se usato bene, facebook è uno strumento che comunica agli altri una parte di noi e ci mostra qualcosa delle persone con cui ci interfacciamo, che siano conoscenti o no.
    I post, i link, le note, i gruppi a cui siamo iscritti e le pagine di cui siamo fan esprimono, nel loro piccolo, alcuni nostri pensieri e riflessioni; poi ci sono le sciocchezze che servono a farci sorridere e ben vengano, ne abbiamo tutti bisogno.
    Arrivo al dunque ...
    Tu non ti sei espresso male e io non ho pensato neanche per un minuto che tu volessi dare una giustificazione perchè (concedimelo vista la premessa) un pochino ti conosco.
    Il mio commento non vuole attaccare te, anzi ti ringrazio molto per l'input, ma solo manifestare la mia intolleranza nei confronti di questi comportamenti.
    Anche quelli delle zoccole di vallettopoli ... perchè, se da un lato mi dispiace molto per le straniere comprate e obbligate con la forza a prostituirsi, disapprovo chi decide di farlo per la notorietà.
    Scusa se ti ho fatto perdere tempo, ma ho ritenuto giusto chiarire, per te e per chi leggerà.
    P.S. Al mio compagno è piaciuta la veste grafica del tuo blog (fa il grafico pubblicitario ...).
    Nadia di facebook.

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  6. Grazie di tutto...
    p.s. riguardo alla grafica del blog mi sono limitato a scegliere un modello disponibile...

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  7. Che lo stato deve intervenire educando queste persone ad adeguarsi alla civiltà, questa è l'unica soluzione possibile. Ecco perchè, come ho già detto, invece di finanziare missioni nel medio oriente bisogna cominciare a finanziare assistenti sociali e psicologi che devono costantemente seguire queste persone ed eliminare eventuali abusi sulle donne o fanatismo religioso, non è difficile individuarli. Le bambine prime della maggiore età non dovrebbero MAI in nessun caso circolare velate perchè indotte dai genitori, vivendo in un paese democratico, la bimba deve essere libera di scegliere una volta compiuta la maggiore età. Quella è solo ed unicamente una barriera che serve ad allontanare le compagne di scuola (che insegnano loro la libertà), con le quali si scambiano solo un frettoloso saluto e nulla più. Dovrebbero partire da lì, dal quotidiano, dall'ovvio senza crociate o battaglie contro i mulini a vento che si sono rivelate assolutamente inutili! Su indicazione delle maestre, andare a stanare tutte le famiglie dove si sta annidando l'integralismo con tutto quello che segue. Capire mediante psicoteraupeuti e corsi obbligatori se nella famiglia regna il terrore e la violenza. Luca sai bene che se dico queste cose non è perchè le ho lette sui libri ma le ho apprese dai racconti delle mie colleghe di lavoro mussulmane che costituiscono circa il 75% del personale. SONO TUTTE DONNE INFELICI CHE SI SONO SPOSATE IN MASSIMA PARTE CON DEI CONSAGUINEI SCELTI DAI FAMIGLIARI E PARLO DI DONNE CHE HANNO UNA FASCIA DI ETà COMPRESA TRA I 19 E I 30 ANNI CIOè GIOVANI GENERAZIONI. Che in Italia venga permessa una subdola schiavitù del genere è inammissibile, inconcepibile. Le donne hanno paura di parlare, perchè sono capaci gli stessi familiari di lapidarle o dar loro fuoco cospargendole di benzina!
    Chi può faccia qualcosa cominciando da qui, dal quotidiano.

    Olga.

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