lunedì 25 gennaio 2010

Considerazioni libere (64): a proposito di scandali bolognesi...

Ho preferito aspettare qualche giorno prima di scrivere questa "considerazione", dedicata a quello che sta succedendo a Bologna: generalmente è un buon sistema - purtroppo poco adottato - per evitare commenti e giudizi di cui alla fine si è costretti a pentirsi.
Quasi tutti i miei pochi e fedeli lettori non sono di Bologna, ma vista l'esposizione mediatica nazionale che in questi giorni hanno avuto il sindaco Flavio Delbono, la sua ex-compagna ed ex-segretaria Cinzia Cracchi, gli altri personaggi minori di questa non edificante storia bolognese, penso non sia necessario riassumere la vicenda. Da bolognese, da elettore della sinistra, da persona che ha avuto qualche responsabilità politica - nel Pds e in seguito nei Ds - ci sono diversi aspetti della storia che non mi piacciono, ma uno su tutti mi ha colpito e su questo permettetemi qualche annotazione.
Qualche tempo fa ho scritto una "considerazione" (la nr. 9, per la precisione) per denunciare un annuncio di lavoro gravemente "maschilista": si ricercava per uno studio professionale bolognese una donna laureata in ingegneria o in architettura, richiedendo come unico altro requisito la "bella presenza". Per tornare alla vicenda oggetto delle cronache, mi pare che questo caso nasconda la stessa logica. Da un lato c'è un uomo che ha utilizzato il proprio ruolo e la propria influenza, prima per favorire la sua compagna (assegnandole un lavoro più gratificante e meglio retribuito, portandola in giro nei suoi viaggi istituzionali e così via) e in seguito, finita la storia d'amore, per danneggiarla (togliendole il lavoro e tutti i benefit inclusi); dall'altro lato c'è una donna che ha accettato, forse ha preteso - non sono in grado di sapere come è andata e francamente non mi interessa molto saperlo - comunque ha approfittato di questa situazione, fino a che non ne ha dovuto pagare le conseguenze. Ci sono poi tante "comparse", persone che conoscevano la situazione, che hanno fatto chiacchiere a mezza bocca, che prima omaggiavano la signora e dopo hanno fatto finta di non conoscerla e così via. Sinceramente non considero Cinzia Cracchi una vittima, ma certo Flavio Delbono ha delle responsabilità maggiori.
Un uomo qualsiasi - virtuoso e peccatore nella media - che nella sua vita ha avuto anche solo un po' di potere, sa che ci si sente gratificati, e sotto sotto anche orgogliosi, delle attenzioni che gli vengono rivolte, specialmente da persone dell'altro sesso, anche quando si sospetta siano interessate. E' umano, però non bisognerebbe approfittarne e purtroppo temo che Delbono lo abbia fatto, al di là delle storie che si raccontano e che ovviamente a questo punto trovano spazio anche nei giornali seri. Questo non ha rilevanza penale, ma ha una forte valenza etica e politica. Io vorrei che il mio sindaco fosse convinto che il rispetto delle donne passa non solo attraverso la decisione di avere una giunta con molte donne, ma soprattutto attraverso un cambiamento profondo della mentalità, che è tipica di noi maschi, di approfittare della nostra forza.
Purtroppo ci sono anche donne che, entrate nella vita politica, hanno un atteggiamento decisamente maschile e penso che non sia un buon modello per riformare in profondità la politica. Il tema quindi non è solo quello di promuovere donne, ma quello di cambiare una mentalità che ha radici profonde. Alcuni giorni fa - prima che scoppiasse lo scandalo e quando a Bologna si parlava d'altro - di fronte alle difficoltà del partito bolognese di eleggere il nuovo segretario della federazione (per i veti, i contro-veti, le gelosie e le piccinerie dei tanti piccoli potentati , in cui si sta trasformando il partito), un autorevole esponente ha lanciato la proposta di eleggere in quel ruolo una donna. Inutile dire che quell'esponente è un uomo; questa proposta - forse al di là della buona fede del proponente - finisce per essere ancora più riduttiva per le donne. Il segretario di federazione si sceglie - o si dovrebbe scegliere - in base alle idee, alle esperienze, alle proposte, non in base al fatto che sia uomo o donna.
Un ulteriore appunto. Delle difficoltà del Partito Democratico ho già scritto altre volte (da ultimo nella "considerazione" nr. 61) e credetemi che lo faccio con amarezza, vorrei davvero poter dire con orgoglio che questo è il mio partito. Credo però che occorra riflettere su una scelta, quella di candidare Delbono, nata a tavolino, in una logica di equilibrio, senza riflettere su quello che è avvenuto davvero nella vita politica di questa città, almeno a partire dagli anni novanta, con tutto quello che c'è stato in mezzo (la lotta tra gruppi dirigenti che ha portato alla fine dell'esperienza di Vitali, gli anni di Guazzaloca e di Cofferati, per motivi diversi "estranei" a quella lotta ed entrambi incapaci di risolvere la questione). E' innegabile che la crisi della sinistra in questa città ha accompagnato la crisi della città nel suo complesso. Naturalmente ciascuno è responsabile per quello che fa. Se Delbono ha delle responsabilità penali, è giusto che paghi; personalmente credo che abbia responsabilità morali e di questo giudicherà la sua coscienza e, se ci sarà l'occasione, giudicheranno gli elettori. Ma la responsabilità del punto a cui siamo arrivati non è solo sua, è di molti, a livelli e in gradi diversi, anche nostra di militanti ed elettori.

p.s. So bene che in questo paese ci sono già moltissime leggi - e troppe non sono applicate - ma francamente ritengo urgente un codicillo che vieti, con pene severissime per i trasgressori, di coniare nuove parole con il suffisso -gate per indicare un qualsivoglia scandalo politico.

3 commenti:

  1. Ho scritto questa nota, prima di leggere la notizia delle dimissioni di Delbono; mi sembra che il senso della nota rimanga valido e quindi lo lascio agli eventuali commenti...

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  2. Dalla vicenda Delbono il PD deve comunque trarre qualche lezione come minimo sulla selezione della sua classe dirigente. Sul piano politico generale ricordiamoci che c'erano già state alcune frane negli anni scorsi (vedi 1999). Il modello emiliano-romagnolo era già in crisi soprattutto per quello che riguarda un gruppo dirigente autoreferenziale e impegnato in una perenne guerra interna. Da cittadino di questa realtà bolognese posso solo dire che c'è una grande tristezza nel constatare che anche a Bologna un certo malcostume politico comincia a diffondersi.

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  3. Delbono ha sicuramente delle responsabilità maggiori visto il ruolo che ricopre, senza dubbio. Quanto il mal costume politico che comincia a diffondersi a Bologna, vi posso assicurare che a Prato, con amministrazione di destra, si verificano episodi oltremodo "simili"...così come, aimè, si manifestavano anche con la precedente amministrazione ..di sinistra. Tutto questo a dimostrare che ciò che più latita, oltre alla mancanza di idee, è la presenza di persone dotate di serietà e "spessore", che dovrebbero mantenere, a mio parere, un certo rigore etico e morale visto il ruolo politico di cui sono investiti..già.."investiti" e "scelti"..dagli elettori che sono sempre più stufi di leggere sulle prime pagine dei quotidiani...certi accadimenti.

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