venerdì 31 maggio 2013

Considerazioni libere (364): a proposito del voto di qualche piccolo Comune italiano...

Lunedì scorso, tra i politici di prima e seconda fila e nella compagnia di giro dei giornalisti e degli opinionisti s'è levato un urlo di soddisfazione: Grillo è morto. Pensano che l'assedio sia finito, che il pericolo sia ormai scampato; si illudono naturalmente, ma oggettivamente in questi anni non hanno mai dato dimostrazione di grande lungimiranza.
Non era difficile prevedere che la "spinta propulsiva" del Movimento Cinque stelle si sarebbe presto arrestata e che, dopo l'inatteso picco del febbraio scorso, sarebbe cominciata l'inesorabile discesa; solo un cretino o Vito Crimi poteva credere che i voti avrebbero continuato a crescere. Anzi è stato proprio il loro successo nelle elezioni politiche a determinare la caduta rovinosa di questi giorni, per la nota legge secondo cui più sali, più male ti fai quando cadi. Gli elettori avevano dato a Grillo e ai suoi - forse in maniera avventata, ma d'altra parte la situazione era disperata - la possibilità di incidere davvero sulla vita politica e istituzionale di questo paese; però la possibilità era una e una soltanto. Quell'opportunità - come noto - è stata gettata al vento - per stupidità o per vigliaccheria, non so - e ora Grillo, i suoi consiglieri più o meno occulti, i giovani eletti - lasciati senza ordini, come dopo l'8 settembre, in una situazione che non capiscono - ne pagheranno le conseguenze. Purtroppo la pagheremo anche noi. Perché alla fine, tra poco tempo, li rimpiangeremo, non Grillo naturalmente - che anzi ci ha già ampiamente sfracellato i cosiddetti - ma gli eletti di quel partito, quando salterà fuori un nuovo movimento di protesta, molto più populista, molto meno idealista e velleitario, molto meno di sinistra, ma soprattutto molto meno rassicurante degli innocui giovani grillini. Quando avremo la nostra Alba dorata nelle strade e in parlamento penseremo che forse era meglio Grillo. Naturalmente la situazione in cui ci troviamo ora non è responsabilità solo della stupidità e della vigliaccheria di Grillo; personalmente penso che la colpa vada equamente spartita. Eguale responsabilità ce l'ha il fronte conservatore - guidato con piglio deciso da re Giorgio - che ha impedito in tutti i modi, più o meno leciti, che almeno una parte del Pd, quella sana, si alleasse con il Movimento Cinque stelle. E ora, almeno per quel che riguarda il Pd, il morto ha trascinato con sé il vivo e una parte sana in quel partito non esiste più.
Comunque, per tornare alla cronaca di questa settimana, molti pensano che la situazione sia normalizzata e sia finalmente tornato il bipolarismo, anche se non più quello aggressivo di questi ultimi vent'anni di "guerra civile a bassa intensità", ma il nuovo bipolarismo della pacificazione nazionale, quello secondo il quale B. è uno statista, Letta un politico di valore e Alfano è... come se fosse normale. Al di là della stima per la persona, mi ha fatto sorridere vedere in questi giorni il neosegretario del partito suicida andare in televisione per dichiarare la propria soddisfazione per il risultato delle amministrative. Come noto le percentuali a volte possono trarre un po' in inganno, è sempre meglio guardare ai numeri. Prendiamo Roma: nelle comunali del 2008 Rutelli prese 761mila voti, un risultato che gli garantì di andare al ballottaggio, in cui peraltro vinse Alemanno; nelle recentissime regionali Zingaretti ha preso 715mila voti, sostanzialmente tenendo rispetto al dato di cinque anni prima, pur in una situazione difficile per il centrosinistra; Marino ha stravinto il primo turno con 512mila voti, perdendone per strada circa uno su tre. Non mi pare un risultato incoraggiante, anche tenendo conto che il Pdl, ossia il principale alleato del Pd e pilastro di sostegno del governo Letta, ne ha perso uno su due. Peraltro il Pd ha vinto le elezioni comunali in questo piccolo borgo del Lazio schierando un candidato piuttosto eterodosso rispetto al gruppo dirigente di quello sfortunato partito, non foss'altro perché sostenitore dell'opzione Rodotà nelle concitate fasi dell'elezione del "nuovo" presidente della Repubblica. Non so cosa sia successo nelle altre parti d'Italia, né conosco i candidati che hanno vinto, ma, ad esempio nel mio Comune, ha ottenuto un risultato importante, andando al ballottaggio, il candidato del Pd che, per età e storia personale, poco c'entra con la tradizione di quel partito e sicuramente il risultato è molto più frutto del suo lavoro e della stima che è riuscito a conquistarsi di quanto sia la dote portata da un partito diviso e rissoso. Perfino il risultato del referendum di Bologna sulla prosecuzione del finanziamento alle scuole private dovrebbe far scattare qualche dubbio alle orecchie sorde dei dirigenti del partito mal nato. Il risultato non è stato un successo clamoroso del fronte di sinistra della città, che, in termini assoluti, ha tenuto i propri voti, ovviamente dimostrando una notevolissima capacità di mobilitazione; il dato eclatante è che questa mancanza di mobilitazione è mancata al Pd, che ha portato ai seggi poco più dei suoi quadri intermedi - segretari di sezione e consiglieri di quartiere - dimostrando inoltre un'incapacità organizzativa notevole. L'unico sollievo per Donini e Merola è che la chiesa bolognese sta altrettanto male, essendo riuscita a mobilitare soltanto i "suoi" quadri intermedi, ossia le suore.
Questa ottusità dei "pacificati" e dei rastrellatori di larghe intese potrebbe perfino essere un dato positivo per noi. Non si rendono nemmeno conto che noi esistiamo. E infatti Merola ha annunciato che non terrà in alcun conto del risultato del referendum, così come Letta continua a far finta di essere il capo del governo, aspettando i fogli da Francoforte. Magari abbiamo un po' più di tempo per organizzarci.

1 commento:

  1. Spesso ti leggo ma scrivo pochissimo perché sono semi analfabeta tutta sgrammaticata povera di italiano.
    io sono molto delusa del governo che è stato fatto ma tu vedi troppo nero .Io spesso penso che siamo rimasti pochissimi di vere sinistra, non riusciamo certamente rappresentare , le frantumazioni e le individualità , gli egoismi di oggi . Penso in oltre che il danno che ha subito la società a partire fine anni 80 ad oggi, noi sinistroide non riusciamo capire questo modo . Oggi è in crisi il più grande sindacato la CGL e tutti i vari partiti che si definiscano comunisti rifondazione è scomparsa ,Sel oggi spera di prendere un po' di voti sfruttando la crisi del Pd ma non è cosi.
    Io oh pensato che noi sinistroide ci sentiamo più veri ,abbiamo sempre ragione noi , spesso penso che siamo solo dei cechi e anche sordi e il difetto maggiore siamo rancorosi , questo è a mio giudizio
    Nb non so se riuscita ad esprime il mio sentire di oggi

    RispondiElimina