mercoledì 7 marzo 2018

Considerazioni libere (423): a proposito di un voto più ideologico di quanto si creda...

E se fossero tornati i partiti? Provando ad analizzare il voto dello scorso 4 marzo mi sono fatto questa domanda, perché questo alla fine mi sembra il dato numericamente più eclatante di queste elezioni: sono state sconfitte le due forze politiche - il pd e Forza Italia - che in maniera più decisa si sono identificate con i loro capi, tanto da non esistere senza di loro e da avere come unica ideologia quello che pensano e dicono renzi e Berlusconi, e invece hanno vinto due partiti, il cui sistema ideologico in qualche modo prescinde dalle persone chiamate a rappresentarli. La Lega addirittura è diventato il più "vecchio" partito italiano, l'unico tra le forze politiche presenti in parlamento che può risalire fino alla cosiddetta prima repubblica, seppure alla sua fase terminale, che la stessa Lega ha contribuito in maniera determinante ad accelerare.
Lega e M5s, seppur in maniera molto diversa, garantiscono alle persone un profilo identitario preciso: se voti loro sai cosa voti. E non voti una persona, che può cambiare idea, lasciandoti spiazzato. Ed entrambi hanno una ideologia altrettanto definita, per quanto entrambi i partiti - e specialmente i pentastellati - rifuggano questa parola come la peste. Anzi l'ideologia del M5s è proprio quella di non essere né di destra né di sinistra, che in sé è una formula che non significa nulla, eppure ha un grande appeal, perché viene dopo uno sciagurato ventennio in cui è cresciuta una sorta di ideologia del maggioritario, destra contro sinistra, di qua contro di là. Visto che nessuna delle due parti ha saputo risolvere i problemi delle persone e che alla fine questa distinzione è sembrata più apparente che reale, il primo che ha avuto la capacità di dire che il re è nudo, che questo maggioritario non era niente altro che una farsa, ha avuto i consensi che abbiamo visto. E su questo ha creato un partito.
Il paradosso è che quelli che capiscono ci hanno spiegato che i partiti erano morti, erano strutture inutili nel momento in cui un leader aveva modo, grazie agli strumenti della comunicazione moderna, di avere un rapporto diretto con gli elettori, senza la necessità di passare quel corpo intermedio come strumento di collegamento, dialogo e scambio. Probabilmente è vero che adesso i partiti svolgono una funzione diversa rispetto a quella che abbiamo conosciuto noi, che in quei vecchi partiti siamo nati e cresciuti, ma queste elezioni ci dicono che i cittadini hanno bisogno di partiti come sistemi di valori, hanno bisogno di ideologie, e si sono stancati di votare per persone, per leader che appaiono o superati o inadeguati.
Le risposte offerte da Lega e M5s sono semplici? Certamente, anzi sono sempliciste, perché tendono a ridurre la complessità del mondo a pochi slogan. Le risposte offerte da Lega e M5s sono sbagliate? Per me sì, ovviamente e in qualche caso sono anche pericolose per la tenuta democratica del paese. Però sono comprensibili e in qualche modo coerenti. 
Per il cittadino che ha paura del futuro, che vede di avere sempre meno risorse e opportunità, che si chiede di chi è la responsabilità di tutto questo, è facile credere che la colpa sia degli "altri", e la Lega gli dice che è così - gli ha sempre detto che è così - e quindi voterà per quel partito, perché è l'unica risposta in campo. Oppure vota M5s perché loro non hanno colpe.
Alle persone che hanno paura noi non possiamo dire che è colpa degli "altri", ma non possiamo neppure dire che lo loro paura è stupida. Occorre trovare un'altra risposta, possibilmente semplice. Essere un partito è anche questo: offrire un'identità semplice nella complessità del mondo. Chi ci riesce vince, chi non ci riesce è destinato a sparire.
   

Nessun commento:

Posta un commento