Un amico, R., mi raccontò di un libro introvabile che cercava invano di scovare setacciando librerie e spulciando cataloghi, alla ricerca di quella che doveva essere un'opera eccezionale, divorato da una gran voglia di leggerla.
Mi raccontò di come un pomeriggio trovandosi a camminare per la città, prese una scorciatoia che attraversava la Gran Central Station, salì le scale che portano a Vanderbilt avenue e notò una giovane donna in piedi appoggiata alla balaustra di marmo con un libro davanti a sé: proprio il libro che stava disperatamente cercando.
Non era certo il tipo che attacca discorso con gli sconosciuti, ma la coincidenza gli parve troppo sbalorditiva per starsene zitto. "Puoi anche non crederci - si rivolse alla giovane donna - ma ho cercato quel libro dappertutto". "E' splendido - rispose lei - ho appena finito di leggerlo". "Sai dove potrei trovarne una copia? - domandò R. - Non so spiegarti quanto sia importante per me". "Ecco la tua copia", replicò la giovane donna. "Ma è la tua", protestò R. "Era mia - disse la donna - ormai non mi serve più. Oggi sono venuta fin qui proprio per darla a te".
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