Faccio una breve premessa. Non sono certamente leghista - ci sono diverse persone che possono testimoniare in tal senso - ma confesso che non mi emoziono più di tanto a sentire il nostro inno nazionale. Personalmente trovo molto più coinvolgente e carica di significati la Marsigliese, perché mi ricorda la rivoluzione francese e i principi della dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino e perché i socialisti, almeno fino al 1888, scelsero l'aria di questo inno per cantare le parole dell'Internazionale. Sono fatto così: tutte le volte che vedo Casablanca, quando nel bar di Rick, Laszlo chiede all'orchestra di suonare la Marsigliese e uno dopo l'altro tutti cominciano a cantare, sotto gli occhi rabbiosi dei tedeschi, mi commuovo sempre. Non mi sono mai commesso ascoltando Fratelli d'Italia.
Al di là di questa mia personale preferenza - che ho confessato qui ai miei sparuti lettori - so che ci sono alcune regole da rispettare; e a queste regole mi sono attenuto sia da amministratore sia da dipendente di un ente locale, incaricato tra l'altro di organizzare le feste civili. Tra queste norme ci sono prima di tutto le regole del cerimoniale che disciplinano l'uso della bandiera, l'esecuzione dell'inno nazionale, oltre a tutta un'altra serie di disposizioni che possono sembrare estremamente formali, ma sono state attentamente codificate. Se avete voglia di conoscere un po' queste norme, nel sito della Presidenza del Consiglio ci sono alcune pagine proprio dedicate al cerimoniale e al cosiddetto protocollo di Stato.
Dal momento che in questo paese non ci sono altri problemi, da alcuni giorni le cronache si stanno occupando dell'esecuzione dell'inno in occasione dell'inaugurazione di una scuola elementare a Vedelago, in provincia di Treviso, alla presenza del presidente del Veneto Zaia. Alcuni affermano che l'inno è stato suonato, altri dicono che è stato sostituito dal più leghista Va' pensiero - povero Verdi - altri che i due brani sono stati suonati in tempi diversi. Poi sono cominciate le dichiarazioni: a favore o contro la presunta decisione di Zaia; il ministro La Russa ha annunciato una legge per regolare l'esecuzione dell'inno, dimenticando che la legge esiste già. Quando si inaugura una scuola - a meno che non sia presente il Presidente della Repubblica - non è prevista l'esecuzione dell'inno nazionale, che va suonato solo in occasioni strettamente protocollari e non a sentimento dell'amministratore di turno o del direttore della banda civica. Riguardo al Va' pensiero poi, decenza vorrebbe che fosse suonato solo da chi è capace di farlo: questo per tutelare non il protocollo, ma la musica e la memoria del maestro Verdi.
In Italia - si sa - siamo refrettari alle regole e amiamo invece fare polemiche sul nulla.
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