lunedì 16 settembre 2019

a proposito di un blog che compie dieci anni...

Il 16 settembre 2009 era mercoledì: quella sera in televisione c'erano Inter-Barcellona, per il gruppo F della Champions, la seconda puntata di X Factor e l'ennesima replica di Il diavolo veste Prada. Con una breve spiegazione del relativismo gnoseologico di Protagora di Abdera, ossia della sua celebre frase - e praticamente l'unica giunta fino a noi - sull'uomo misura di tutte le cose, cominciava questo blog. Sinceramente non credevo che sarebbe stata una creazione così longeva e soprattutto così importante per me. Devo a Zaira l'idea di aver cominciato a scrivere: una delle molte cose di cui le sono grato.
In dieci anni questo blog è cambiato un paio di volte nella veste grafica - anche se ho sempre cercato di tenere una qualche tonalità di rosso, un colore che mi è caro - e un po' anche nei contenuti. Devo ad Antonella e a Filippo l'idea di Verba volant, questo inconsueto dizionario, che è diventato la sezione più ricca del blog, quella che in qualche modo ha acceso di più la vostra curiosità e il vostro interesse. Perché il blog vive di io che scrivo e di voi che leggete: senza lettori uno scrittore non esiste.
In dieci anni sono cambiato più io del blog. Sono certamente più vecchio e malmostoso. Questo blog continua a essere militante, ma se dieci anni fa si potevano trovare ancora alcune scintille di speranza, oggi le ho accuratamente spente.
Ho riguardato le prime riflessioni che ho lasciato dieci anni fa sul blog. Una riguarda la guerra in Afghanistan. Dopo dieci anni quella guerra c'è ancora. E c'è ancora perché ad alcuni conviene che ci sia, perché quella guerra assicura commesse e alimenta ricchezze. La guerra in Afghanistan è un grande affare e per questo finirà soltanto quando ne troveranno un altro più redditizio. E se nel frattempo muore qualche soldato occidentale e molti civili afghani non frega nulla a nessuno. Un'altra riflessione di quei giorni di metà settembre riguarda l'omicidio di una giovane donna, Sanaa, italiana di origine pachistana, uccisa dal padre perché aveva rifiutato un matrimonio combinato. In questi dieci anni ho dovuto raccontare su questo blog tante storie come quella di Sanaa, tante storie di donne uccise. Ho dovuto raccontare tante volte la storia di Ifigenia. Sono certo che dovrò farlo ancora. E' per me una sorta di imperativo categorico, per dirla con Kant.
Dare voce agli ultimi, dare voce - per quanto la mia sia flebile - a chi non ce l'ha, è un mio dovere. E cerco di farlo sempre, anche quando racconto storie che apparentemente non c'entrano nulla con questo, quando racconto storie di canzoni o di vecchi film. Per questo in dieci anni i pensieri di Protagora... è cambiato così poco, rimanendo il modo in cui ho scelto di fare politica.

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