lunedì 24 febbraio 2020

Verba volant (756): cinese...

Cinese, agg. m. e f.

Sinceramente non mi ricordo a che età ho visto e ho parlato per la prima volta con un cinese. Immagino alla fine degli anni Ottanta, quando avevo già raggiunto la maggiore età, quella volta che sono andato, con alcuni amici dell'università, a mangiare in un ristorante cinese.
Non ci crederete, ma c'è stato un tempo in cui se vivevi in provincia potevano passare anni senza che  incontrassi mai un cinese, perché allora non facevano né i baristi né i parrucchieri né i sarti e se ti mancava qualcosa in casa non potevi andare dai cinesi. C'è stato un tempo che se la domenica ti accorgevi che ti mancava una pila o un mestolo o un rotolo di carta igienica dovevi aspettare il lunedì, quando aprivano i negozi "normali". Come sapete, io ho nostalgia di quei tempi lì, ma ovviamente non è colpa dei cinesi. Semplicemente loro fanno quello che noi chiediamo loro di fare. Abbiamo un disperato bisogno di comprare dei fiori finti alla domenica sera? Non c'è problema, basta andare dai cinesi.
Lavoravo in quel paese del contado bolognese quando i cinesi rilevarono il Bar Progresso della Casa del popolo di Castel Maggiore, ossia il bar più rosso della casa del popolo più rossa del Comune più rosso della provincia di Bologna. A ripensarci c'è stato qualcosa di politicamente poetico in quell'acquisizione, ma ovviamente non si trattava della rivincita dei maoisti. È il capitalismo, bellezza. Noi abbiamo fatto tanti di quei danni gestendo il patrimonio del partito, che siamo stati costretti ad alienare quello che era stato costruito dalle donne e dagli uomini che ci avevano preceduto. E i cinesi avevano i soldi per acquistare quelle attività che noi stavamo svendendo. Così come sono i cinesi che garantiscono di tenere aperti i bar nei più sperduti paesi della bassa o nelle periferie delle nostre città.
La Cina è vicina è il titolo del secondo lungometraggio di Marco Bellocchio. Quel film è del 1967 e sinceramente con la Cina non c'entra nulla, ma racconta, con profetica drammaticità, quello che saremmo diventati; e che evidentemente eravamo già, anche se non volevamo ammetterlo. Quel "la Cina è vicina" era al massimo uno slogan di qualche frangia più estremista e velleitaria della sinistra; e curiosamente chi allora era maoista spesso è diventato peggiore di quelli che allora condannava.
Adesso sì che la Cina è vicina, non perché i cinesi gestiscono i bar delle nostre città, ma perché abbiamo scoperto che in questo mondo così ferocemente capitalista abbiamo un disperato bisogno dei cinesi.
Da quando è scoppiato l'epidemia di questa nuova influenza, alla mattina, mentre vado al lavoro, non vedo più il pullman che ogni giorno, davanti a uno dei grandi alberghi della città in cui vivo, aspetta la comitiva di turisti cinesi che, fatta una veloce colazione, partono per una nuova tappa del loro Grand tour tutto compreso. Il coronavirus sta mettendo in crisi il turismo della mia città, che si basa ormai in gran parte su questi viaggi organizzati. A Fidenza c'è un grande outlet, che da qualche anno festeggia, con la stessa attenzione che dedica al "nostro" Natale, anche il "loro" capodanno, perché loro vengono all'outlet e naturalmente comprano il made in Italy, che spesso è fatto in Cina.
E allo stesso modo stiamo scoprendo che gli "untori" non sono i baristi o i parrucchieri cinesi - che da anni sono lontani da quel paese o che non ci sono mai andati perché sono nati qui - ma i manager italiani che fanno avanti e indietro con la Cina, quelli che fanno affari con i loro colleghi cinesi. Oppure i "bravi" italiani che vanno in quelle lontane località per fare turismo sessuale.
Durante la peste nera che colpì il nostro pianeta alla metà del Trecento - la peste in cui morì Laura e che ha dato il pretesto per il Decamerone - quando la gente moriva davvero, si salvarono soltanto Milano e la Polonia, per "merito" dei regimi autocratici che c'erano in quegli stati e che riuscirono a chiudere le frontiere, a differenza di quello che avvenne nel resto d'Europa. Non che gli altri paesi fossero più democratici, semplicemente non vollero rinunciare a fare affari, a scambiare merci, a far girare uomini e denari. E i denari, come si sa portano virus. Ma che volete che sia, basta mettersi una mascherina. Rigorosamente made in China

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